Cemento

22.04.2025

Fabrizio Bellomo - Armando Perna

Voga Art Project, Bari, 18 aprile / 28 giugno 2025

Nel Mediterraneo il cemento resiste come rovina e promessa. Residuo di utopie moderniste, ma anche traccia viva di fragilità strutturali che accomunano sponde e aree interne: materia porosa, attraversata da tensioni, fallimenti, attese. CEMENTO è un'indagine visiva su queste architetture sospese, forme del non-finito che punteggiano il paesaggio come testimonianze concrete di un futuro mancato ma mai del tutto abbandonato. Dispositivo ideologico e archivio di immaginari progettuali, il cemento è capace di riattivarsi attraverso usi minimi, sguardi obliqui, gesti quotidiani.

In mostra, frammenti di lavori, materiali parziali, visioni in divenire non si presentano come corpi chiusi ma si sovrappongono, si mescolano, si rispondono. Realizzate tra Albania, Calabria e Libano – geografie segnate da discontinuità non solo architettoniche ma anche politiche e simboliche – le opere compongono un paesaggio in cui il cemento è sintomo di temporalità spezzate, promesse sistemiche non mantenute, vite sospese tra attesa e sopravvivenza. Ne nasce una narrazione stratificata e mobile, che non descrive ma scava, mettendo in tensione rovina e possibilità.

In Presente Infinito (2015 – in corso), Perna guarda alla Calabria come a un "paesaggio interiore": un sistema di fratture, lentezze e silenzi, dove il cemento segna la soglia tra permanenza, precarietà e sparizione. Un dialogo sotterraneo collega questa visione a Ksamil (2009) di Bellomo, che documenta edifici dichiarati abusivi lungo la costa albanese, parzialmente demoliti e riabitati.

Scheletri architettonici che si offrono a nuovi usi, presenze informali, forme impreviste di permanenza. Lo stesso slittamento tra rovina e sopravvivenza attraversa anche The Twilight World (2013 – 2018), in cui Perna fotografa Beirut e il campo profughi di Shatila: un'urbanità compressa, stratificata, dove costruzione e crollo coincidono. In tutte queste immagini, il cemento non separa più l'abitare dal cedere, ma li tiene insieme. Non crolla: muta. Assorbe le crisi, le rifrange. E' superficie del fallimento, ma anche terreno per nuove, fragili, narrazioni.

Nello spazio esterno, il dialogo si spinge oltre il dato immediatamente fotografico. Qui prende forma la serie Case (2024 – in corso) di Perna, che prosegue e trasforma la lunga ricerca avviata con Presente Infinito. Le opere – light-box con stampe di modelli 3D – nascono da ruderi esistenti in Calabria, inizialmente ricostruiti in scala reale poi tradotte in immagini digitali: architetture replicate, sospese tra archivio e immaginazione, documento e possibilità.

In questa costellazione si inserisce Mirto, video-proiezione tratta dall'installazione a due canali 'Nziembru (2024) di Bellomo: uno
screen recording della modellazione digitale della propria casa non-finita in Calabria, realizzata in collaborazione con Perna.


CEMENTO non racconta una storia lineare: attraversa paesaggi, li mette in relazione, li fa risuonare. Ciò che resta non è solo rovina, ma condizione vivente da cui ripensare – ostinatamente – il costruire, l'abitare, il tempo.